Il
più bello dei nostri giorni
non
l'abbiamo ancora vissuto
questo
attendo
un
po' mi sorprendo
di
non voler sfiorare il tuo piede
per
accelerare l'incontro
Nel settore della fotografia c’è un grande fermento:
il digitale o l’analogico?
Si cerca rapidamente una nuova identità, perché non è la
domanda (quale sistema usare?) a scuotere il nostro equilibrio, ma è il ritmo.
Il mondo corre, corre, va avanti.
Tutti siamo storditi: dai produttori ai venditori, dai
fotografi ai semplici turisti della domenica.
La tecnologia impone cambiamenti che potrebbero non
interessarci: siamo passati rapidamente da una fotografia all’albume ad
immagini scattate con un telefono, la cui trasmissione è effettuata alla
velocità della luce.
Di pari passo a questo ultimo rapido scambio di informazioni
si crea un impoverimento dell’esperienza, di quello a cui la visione rimanda
poichè i nostri occhi ricevono una overdose di immagini e ne vengono soffocati;
di conseguenza ciò che dovrebbe essere l’essenza, l’emozione, il
significato si perde in una visione rapida e distratta.
E allora?
Fermiamoci.
Il potere che l’oggetto-fotografia ci permette di
rivivere non perdiamolo.
Rinnoviamo, in un attimo d’osservazione in più, quello che
il tempo o lo spazio, la realtà o l’illusione, la rapidità o la lentezza,
l’intuito o l’analisi, sono stati “catturati” in una frazione di
secondo, nello spazio di un fotogramma, e vedremo tante altre nuove storie.
Se chiodo schiaccia chiodo
mi serve un altro chiodo
ma non posso andare a Kioto
per prendere un chiodo.
Mi
serve un altro cuore
sono
senza amore
ma
al gusto delle more
non
rinuncio per amore
- poesie di Sofia Bruma -
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