Ciao
Alessia, grazie per i complimenti.
Per
favore leggi la mia risposta in
classe così anche le tue amiche potranno sapere....
Alessia
prima precisazione: non siamo fascisti, né fascisti di ritorno, nel
senso ideologico e politico del temine.
Oggi
è il 25 aprile e riconosciamo questa data come un valore assoluto della
nostra democrazia.
Il
Futurismo pur essendo stato un movimento culturale importante è stato
penalizzato nel suo aspetto migliore, quello creativo e
dell’innovazione, dagli stretti legami politici col regime fascista.
Il
Futurismo va inquadrato nell’ambito di un profondo rinnovamento delle
arti, della letteratura, del senso del vivere e dei comportamenti. Siamo
nel primo Novecento la strada imboccata dalla società europea e
dall’Italia (seppure in ritardo) è quella dell’industrializzazione.
I
Futuristi posero l’attenzione a questo cambiamento e con dichiarata
simpatia, ma privi di un adeguato senso critico, celebrarono la nuova
realtà: le macchine, i nuovi complessi industriali, le masse operaie,
le città moderne, le metropoli, l’automobile, espressione
quest’ultima del nuovo mito nascente della velocità. In Italia in
quel periodo, nella produzione letteraria, erano presenti il
“modello” dannunziano rivolto all’estetica e alla bellezza e la
poetica intimistica dei Crepuscolari. In contrapposizione a queste
correnti si schierarono una serie di artisti che guardavano maggiormente
al rapporto con il mondo contemporaneo e ai suoi cambiamenti.
Nell’economia il nuovo capitalismo e l’industrializzazione
determinarono la nascita anche di una nuova etica e di un nuovo un
comportamento basato sulla competitività e sull’aggressività. I
proclami letterari di Martinetti furono la copertura ideologica al
meccanismo dell’industria e del capitalismo.
L’equazione
futurismo=fascismo non è corretta perché inizialmente nel movimento
Futurista, dal punto di vista politico, c’erano posizioni diverse:
quelle anarchiche, quelle anticlericali, quelle del sindacalismo
rivoluzionario, le correnti che esaltavano le lotte proletarie, ma anche
il nazionalismo e l’antisocialismo. Un coacervo di idee e di posizioni
molto distinte e talvolta contrastanti tra loro.
Nella
letteratura, grazie al proclama marinettiano fu
più semplice definire il movimento e la sua linea basata sul
rifiuto dell’arte passata e delle tradizioni letterarie.
Purtroppo
le idee legate al dinamismo e all’azione dell’uomo portarono anche
verso l’esaltazione della guerra e verso l’interventismo. “Lo
schiaffo e il pugno” della metafora letteraria di Martinetti divenne
poi (col fascismo) una prassi politica, tanto che molti futuristi
cedettero all’abbraccio mortifero del regime mussoliniano che utilizzò
e strumentalizzò il velleitarismo della dottrina marinettiana.
Il
Futurismo rappresentò lo spirito del tempo, si
prefiggeva di distruggere “il vecchio” ma non valutò quanti
pericoli si annidassero nel “nuovo” e nell’alternativa. I
futuristi sostenevano che le loro idee non riguardavano solo la
letteratura, ma anche la politica, il comportamento, il nuovo senso del
vivere. In sintesi il movimento esaltava: la
velocità, il dinamismo, l’azione, la modernità, il mito della
macchina e del progresso, insieme al disprezzo per la tradizione e
l’accademismo. Il tutto a favore di un rinnovamento della società
italiana e del superamento delle vecchie ideologie attraverso l´impiego
massiccio e bulimico dei vari manifesti
(il Manifesto dei pittori Futuristi, il Manifesto dei Musicisti
Futuristi, Il Manifesto della Scultura Futurista, il Manifesto della
Donna Futurista etc…)
Dal
romanzo al teatro, dalla poesia alla danza, dalla fotografia
all’architettura, dal cinema alla moda, dalla radio al design, dalla
tipografia alla musica, dalla cucina alla politica, al concetto di donna
e di amore, i Futuristi portarono avanti una sorta
di militarizzazione della parola usata come proclama e
dichiarazione di guerra contro un mondo “parassita” e “statico”
.
Ma
le loro intenzioni come la Storia dimostrerà, vennero deluse dai
fatti. Come dice Salvatore
Guglielmino, un grandissimo storico della letteratura italiana, in
“Guida al Novecento” , i Futuristi da incendiari divennero pompieri,
da rivoluzionari si prostrarono al fascismo, da distruttori
dell’Accademia divennero membri e servitori di una nuova Accademia,
quella fascista.
Spero
di aver chiarito in parte i tuoi dubbi. Cordiali saluti. Ossi@n
|