|
"IL FOTOGRAMMA" di Giovanni Semerano |
|
Nel 1977 contattai II Fotogramma per partecipare ad un concorso fotografico a tema libero; come potevo immaginare che questo evento mi avrebbe spinta verso un concorso trentennale, ancora aperto a tutti, e che ha, come primo premio, prendere un caffè insieme a Giovanni Semerano. Per tutti c'è un inizio della ricerca del proprio desiderio creative e immaginifico. La fotografia mi ha sempre appassionata ancor prima del concorso a tema libero de II Fotogramma. La sede storica, quella di via di Ripetta 153, aveva una caratteristica: riusciva a "rapirti". Nel momento stesso in cui gli autori suonavo il campanello, e successo anche a me, come per magia entravi per non uscirne più. Si perdeva il senso del tempo: attraversavi il passato con le mostre di Antonio Semerano o con quelle di collezionisti che esponevano dagherrotipi, macchine antiche, vecchi testi di alchimia fotografica. Osservavi il presente con i numerosi autori che facevano leggere il loro portfolio, provenienti da tutte le parti d'ltalia e del mondo: Inghilterra, Francia, America, Svezia, Venezuela, ecc. E, ancora, venivi proiettato nel futuro dall’intraprendente, avveniristica, folle indisciplina del direttore artistico che organizzava vernissage a porte chiuse con una mostra dal titolo "Vietato Entrare". Tutto corrisponde ad oggi. Nulla è nuovo. E' come presentare un margherita chiamandolo antichi sapori mediterranei... e già perchè, mentre in quegli anni si era alla ricerca di un'altra fotografia, (stanchi di un bianco e nero dipendente e bramosi di patinate immagini a colori pubblicate nelle riviste del settore di fotografia, principalmente giapponesi), si cercava la suggestione, la nitidezza e un diverso taglio per produrre un'immagine artistica e non più documentaristica da presentare alle Gallerie. La cultura estetica che Giovanni Semerano ha sempre indicato è, invece, quella di esprimere ogni lato del racconto della fotografia. Se si sfoglia l'album delle mostre esposte a II Fotogramma non si riconosce il periodo di produzione 70- '80- '90- 2000- 2050. Sono state e sono immagini create per resistere al tempo, quasi nessuno, se ricordo bene, è corso dietro le sottane di una giovane donna a Piazza di Spagna per fotografarla insieme al suo tailleur per rileggerla dopo trent'anni. Gli autori che esponevano utilizzavano una posa abstract. Gli stessi collaboratori sono ancor oggi intatti nelle emozioni e pronti ad intraprendere percorsi culturali a volte anche suggeriti dal maestro, ipnotizzati in un'estasi, una specie di sindrome dorian gray appesi in cornici impolverate, pronti a.. .materializzarsi freschi per ricominciare a macinare idee ed iniziative pionieristiche. Alcune delle testate nate in quel periodo dirette da Giovanni Semerano: Tevere 80, Immagine, Piano Focale, Agef, Galleria, II Giornale della Fotografia, e una vastissima collana di pubblicazioni fotografiche. Mostre patrocinate dal Comune di Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, Università degli Studi di Roma come quella dedicata alla grande Anna Magnani a dieci anni dalla scomparsa. Non si può fare un grafico sulla produzione nazionale degli artisti, professionisti, autori tra le varie città italiane di questi anni. Milano, fino a qualche anno fa, aveva il primato delle case editrici, delle sedi di riviste e quotidiani ed era vista come un trampolino di lancio per i giovani e una passerella sempre viva per alcuni nomi, che ancora oggi mantengono il loro prestigio. Roma è un cuore sempre pulsante. Meta internazionale meno attenta al nome sempre quello ma più alla ricerca di nuovi autori, critici emergenti, futuri insegnanti, come e successo a II Fotogramma. Scoperte a volte coperte, sembra un gioco di parole, ma è così! Sono riusciti ad uscire, faticosamente..., nel senso magico, dalla porta de II Fotogramma, sorprendenti curriculum di professionisti della fotografia densi di mostre personali, partecipazioni e vittorie in manifestazioni pubbliche, partecipazioni a Festival della Fotografia Nazionale e Internazionale, critici e storici sempre in attività, insegnanti di accademie artistiche, pur non stando tra quei nomi pubblicati o invitati come ospiti d'onore a parlare o a leggere portfolii. E allora? Come direbbe Giovanni "allora andiamo a prenderci un caffè!. " Teresa
Bianchi
|