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"IL FOTOGRAMMA" di Giovanni Semerano |
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A Via Ripetta, 153 c'è un fermata di autobus. Tanti anni fa vi ho sostato alcune volte non per aspettare il 70 bensì per trovare il coraggio di oltrepassare la porta de II Fotogramma. Nell'attesa guardavo le due grandi vetrine dove erano esposte le immagini di Antonio Semerano, alcuni esemplari di antiche macchine fotografiche, oppure le fotografie della mostra in corso: "il ferro da stiro" di Man Ray, i "nudi" di von Wangenheim o i "fanciulli" di von Gloeden. Quando, poi, sono riuscita ad entrare, la galleria in quel momento era vuota e sulle panche scorsi le edizioni de II Fotogramma, mi apparve Giovanni Semerano: elegante con i suoi occhiali e la sua pipa. Nel mio imbarazzo dissi la prima cosa che mi venne in mente. "vende macchine fotografiche?" mi guardò e rispose: "sei fotografa?", Timidamente "...Si" "Mi puoi accompagnare alla torre di Beatrice Cenci a Mazzano?", non ebbi esitazione: "con piacere". La torre era un edificio affascinante, I'interno arredato con gusto. Sulla sua scrivania tanti giornali, un bronzo di Napoleone e vari simboli monarchici. Era molto caldo e Giovanni si mise in libertà, indossando un camicione che aveva riportato dai suoi tanti viaggi. Ebbi un momento di panico per i suoi modi cosi semplici ed eleganti. Espressi il mio disagio e tutto si esaurì in una grande risata da parte di Giovanni e nella preparazione di una buona tazzina di caffè espresso mentre guardava il mio portfolio. Da allora non ci siamo piu lasciati ed ancora oggi, che vive a Nepi, esaudisco i suoi desideri di immagini rare per la sua sempre viva attività di editore e giornalista. Semerano ha sempre indirizzato i suoi autori verso altri luoghi e altre iniziative per poter esprimere le loro potenzialità. A me suggerì una ricerca costante nella più completa indipendenza creativa per indagare, con la macchina fotografica, dentro la realtà del mondo che sfociò con la mia prima mostra "Neve in tasca" presentata da Wladimiro Settimelli. Seguirono a questo le copertine e i reportage per la rivista "Le Citta". Poi, con lui e altri autori, andammo in Sardegna, per I'evento di una grande rassegna su Rina de Liguoro e mobilizzammo la città di Alghero per una settimana. Subito dopo fui nel comitato direttivo di Photogrammatica. L'esperienza con Giovanni al II Fotogramma è impossibile sintetizzarla con poche righe, ma è facile capire I'importanza che essa ha avuto per tutti gli appassionati come me, poichè è un punto di riferimento ed il suo entusiasmo, il suo sapere culturale lo ha trasmesso a tutti noi. Averlo come guida ha segnato senz'altro la mia vita professionale. Nel ringraziarlo per la sua costante attività lancio una proposta: riappropriarci di Via Ripetta, 153. E' lì nascosto I'elisir di lunga vita, nella sede storica dove tante giovinezze sono sbocciate. Cerco volontari: è una progetto serio, mi raccomando però... no perditempo. Maristella Campolunghi
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