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Per
gli amanti della fotografia e per chi si interessa di meditazione, questo
libro è un viaggio complesso e affascinante all’interno di un possibile e
inusuale modo di concepire l’azione del fotografare.
Diego Mormorio ripercorre la storia dello sguardo nell’arte, mostra le
tracce di una possibile concezione zen del linguaggio fotografico nel lavoro
di grandi autori del nostro tempo, fino a suggerire pratiche e tecniche utili
a vivere la fotografia come un esercizio mentale e spirituale.
Sia la tradizione orientale che quella occidentale considerano l’organo
della vista la base e l’origine di ogni conoscenza. L’occhio è il centro
dell’uomo. Parte da qui Diego Mormorio per riflettere sul rapporto possibile
e stimolante tra la pratica della meditazione e l’esercizio del fotografare.
Se, come dicono i maestri zen, “meditare è vedere le cose così come
sono”, allora l’apparecchio fotografico, potenziamento dell’organo della
vista, può penetrare più a fondo nell’apparenza delle cose, fino a
diventare un vero occhio meditativo.
Pur essendo “amante delle cose belle”, la signora non aveva mai visto la
bellezza delle foglie di cui era pieno il suo giardino. Come mai? In realtà,
ella era pronta a vedere la bellezza certificata degli oggetti che vengono
chiamati “d’arte”, ma non sapeva vedere la traboccante bellezza che si
manifesta senza intermediari in ogni luogo e in ogni momento del giorno.
Non sono poche le persone che, come questa donna, apprezzano la bellezza
quando ha un valore di scambio – un prezzo fissato dalle convenzioni sociali
e dunque dal mercato – ma distraggono lo sguardo da tutto ciò che non
ha un cartellino col prezzo.
In realtà, la bellezza è la cosa che più abbonda nel mondo. Ci vogliono però
occhi per vederla: una particolare capacità di saper guardare e di saper
ascoltare.
Diego
Mormorio
Diego Mormorio si è occupato soprattutto dei rappporti tra la fotografia e la
cultura filosofica e letteraria. Da alcuni anni si interessa particolarmente
al tema della rappresentazione della bellezza e della natura, con particolare
riguardo al paesaggio. Tra i suoi libri ricordiamo Gli scrittori e la
fotografia (Editori Riuniti, 1988), Un’altra lontananza
(Sellerio, 1997), Storia della fotografia (Newton Compton, 1996), Paesaggi
italiani del ‘900 (Motta, 1996), L’isola dei siciliani (Peliti,
1995), Vestiti. Lo stile degli italiani in un secolo di fotografie
(Laterza, 1999). Come narratore ha pubblicato La lunga vacanza del barone
Gloeden (Peliti, 2002), La regina nuda. Delazioni e congiure nella Roma
dell’ultimo Papa Re (Il Saggiatore, 2006) e W Garibaldo. Tre
racconti garibaldini (Punctum, 2007).
www.contrastobooks.com
Formato: 15 x 21
cm, 152 pagine
Circa 50 fotografie in bianco e nero
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