Pino Rampolla inizia a occuparsi di fotografia giovanissimo. In questi cinquant’anni di professione si è occupato di moltissimi generi: dalla cronaca nera allo sport, dallo spettacolo alla politica, dalla fotografia d’indagine sociale ai reportage in Iraq, Armenia, Malawi, Ghana e Sud Africa, sempre al seguito di missioni umanitarie.
Ha lavorato ad un grande progetto nelle prigioni italiane; ha fotografato in venticinque istituti penitenziari alla ricerca della speranza realizzando libri fotografici, tra cui uno sul carcere romano di Regina Coeli e uno su quello di Poggioreale, con la prefazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Entrando negli istituti penitenziari ha posato l’obiettivo della macchina fotografica solo su quello che vedeva senza filtri. Non voleva schierarsi da nessuna parte quindi ha mostrato nella stessa maniera i lavoratori, i volontari, gli agenti, i detenuti, ma anche le geometrie degli spazi e degli oggetti perché la fotografia di Rampolla è caratterizzata da un tocco delicato, mai invadente, non enfatizza ciò di cui parla, ma piuttosto se ne prende cura.
Viviamo in un periodo storico dove sembra che i valori etici e gli ideali che erano dei punti di riferimento per le generazioni passate adesso non ci sono più o per lo meno che si stanno cancellano nel corso del tempo ma per la fotografia non è necessariamente così . Infatti Rampolla affronta tematiche di sensibilizzazione chiamando il semplice cittadino a posare e con la mostra fotografica Stop Violence Against che, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha esposto cinquecento scatti ritraenti esclusivamente soggetti femminili.
Fotografia ©Pino Rampolla
In una intervista ci spiega: L'idea di combattere il femminicidio attraverso la fotografia è nata nella mia testa diversi anni fa, a seguito dell'omicidio della giornalista Anna Maria Tarantino, mia amica e collega, così ho pensato di dedicarle una mostra che le rendesse omaggio. In seguito, ho deciso di rilanciare l'esposizione in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Inizialmente, la mostra prevedeva più di ottocento scatti, rappresentanti sia uomini che donne. In un secondo momento, invece, ho deciso di esporre soltanto quelli in cui erano presenti donne perché voglio trasmettere l'idea di un grido comune, come se tutte si fondessero in un solo soggetto, unendo le forze. La maggior parte dei soggetti fotografati sono persone comuni, incontrate per strada o all'interno di un bar.
Rampolla è un fotografo la cui missione è quella di testimoniare. Dimostrando la capacità della fotografia di evidenziare i dettagli quotidiani della vita attraverso le immagini che ti giungono al cuore.
Maristella Campolunghi
La casa di Peter Pan