LE ECLISSI DI ANGELO LAROCCA
di Giovanni Andrea Semerano
16 fotografie a colori di medio o grande formato per composizioni astratte; un’eclisse
abbagliante, labirintica, in un gioco di specchi concentrati, intersecati da situazioni
immaginarie, movimenti spaziali dove le linee di fuga si fondono plasticamente in un
montaggio di escheriana memoria.
Angelo Larocca gioca col suo dado e si diverte trovando forme surreali senza
nascondere il piacere dell’intreccio, del nodo nascosto delle linee che si uniscono
all’infinito.
Opere che avanzano come la testata di una rompighiaccio. Il freddo industriale si
destruttura in equilibri immaginifici. Appena il tempo di un fotogramma e Larocca
esplode un’iperbole iperrealista che ora si sdoppia, ora si moltiplica da un cantiere
all’altro. Un bullone non è più un bullone ma una composizione di senso per altri strati
di senso e altre partiture.
Strane figure geometriche si mettono in movimento: mostri, bocche, tenaglie, un
susseguirsi di trappole, in memoria delle tavole di Rorschach? Cosa ci vedi qui? E qui?
Il gioco moltiplica le tessere, si tira una diagonale dentro un cerchio, diversi colpi di
dado si sganciano su ogni scatto, il cantiere non finisce di stupirci: vedo doppio quindi
vedo.
Un’esplosione di forme mentre il cantiere si anima, si mette a ferro e fuoco l’anima del
vedere, Larocca forgia il trucco concedendoci un altro viaggio: restiamo ammirati e
sorpresi di tanta industrialità nel comporre con estrema nitidezza questi paesaggi. Si
genera un paesaggio: dove finisce la fine e dove comincia l’inizio?
Il lancio del dado è tratto, non si torna indietro ma andare avanti vuol dire tornare
indietro. C’è una gru, è la Tour Eiffel illuminata! Una scavatrice inchioda le rotaie, c’è
un operaio dietro quella punta d’acciaio che sbriciola scintille sulla ruggine. Sono
paesaggi in cantiere in attesa che l’immagine li colga in un senso o nell’altro. Una
partita truccata della fotografia che lascia l’immaginazione libera di spostare quei
blocchi di cemento armato. È una storia che si scrive guardando la luna, accendendosi
un sigaro. © Fotografia di Angelo Larocca
La mostra di fotografia Il sigaro e la luna di Angelo Larocca si può visitare tutti i
giorni, tranne il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 21.00, (la mattina per appuntamento)
dal 18 maggio all’8 giugno 2024 presso il Centro Culturale La Camera Verde.
Senza nascondere il piacere del trucco. Lo scatto di per sé sorprende il
fotografo; il montaggio (dopo) lo conduce nei meandri di un gioco che ha valore per
gli occhi, quasi una distesa del pensiero. Ma poi gli occhi creano ingranaggi di pensiero,
bulloni geometrici tracciano linee perfettamente simmetriche, qualcosa però non torna,
non coincide. La fuga ha un punto dove la fotografia si arrende all’inganno, la rete
metallica corre all’infinito.
Si mette in moto l’intero movimento dell’occhio: potere separatore dell’occhio, dice il
manuale della visione: diagramma della luce e interferenza, Principio di Huygens,
doppia rifrazione, spettri di emissione, analisi degli astri, l’occhio e l’accostamento…
a leggere la strada della fotografia si prende una via parallela e Angelo Larocca non
distoglie lo sguardo…
Buona visione.
Gians