Perché allora non abbinarla all’esistenza di una gatta incontrata in un giardino condominiale, dove ha vissuto gli ultimi due anni della sua vita?
Micia era una gatta di strada. Si capiva dal suo saper trattare con chi le voleva bene. Educata, rispettosa e puntuale nel dare attenzione a chi l’amava.
I gironi infernali li ha vissuti tutti anche prima di fermarsi in quel cortile del quartiere Delle Vittorie.
Si racconta che Micia viveva in una colonia felina smembrata dopo la scomparsa della gattara che li accudiva. Nel suo vagabondare ha cercato rifugio ed è entrata attraverso il buco di una grata di una cantina su strada e ne è rimasta prigioniera.
Il resto è ciò che ho scritto.
Le fotografie elaborate sono il vero omaggio a Micia. Avrebbe voluto vederla così: colorata, felice, protagonista, regina e attrice, magari anche parlante per poterci raccontare la sua vita, i suoi canti danteschi per le strade di Roma. Ha cambiato, a volte, il colore dei suoi occhi per l’incontro degli sguardi avuti con lei: scettici o ammaglianti.
Fotografia di © Teresa Bianchi
Officina delle Immagini ha messo in atto un progetto editoriale che comprende pubblicazioni di piccolo e medio formato e a tiratura limitata.
Ha inaugurato la collana L’Imperfetto Perfetto di Teresa Bianchi con Una Gatta Romana tra i canti danteschi, un omaggio a Dante Alighieri per i 700 anni dalla scomparsa.
La realizzazione di un opera perfetta è la conclusione che ogni autore o autrice vorrebbe realizzare ma se ciò non avvenisse e si trova l’imperfezione grafica, fotografica, pittorica, scultorea cosa fare?
Se tale imperfezione è bellezza è comunque perfetta.
Troppo facile sarebbe citare chi ha fatto dell’imperfezione un’arte, noi citiamo il termine giapponese Wabi-Sabi: la bellezza delle cose imperfette.
Presto realizzeremo altri titoloi fotografici e non e altre collane portavoci di ricerca, estetica e bellezza.